Da pochi giorni abbiamo cominciato a pubblicizzare il nostro prossimo spettacolo, Cabiria.
L'idea di uno spettacolo teatrale fortemente collegato al cinema italiano e alle sue colonne sonore ha trovato subito un coinvolgimento personale in alcuni di voi.
È con grande piacere che pubblichiamo la poesia "La strada" (ispirata al capolavoro di Fellini), scritta da Nerio Tebano, che è stato critico d'arte e cinematografico.
Pubblichiamo anche due documenti relativi a Nerio Tebano e alla sua professione: il primo è il link a un articolo comparso su un sito di un'agenzia stampa il giorno della sua morte (quindi una breve biografia); il secondo è la prefazione al suo libro "Poesia del cinema" (da cui appunto la poesia "La strada" è tratta).
Ringraziamo Eva-Maria Ahlquist (nipote di Nerio Tebano) per il materiale inviatoci e per il permesso di pubblicarlo sul nostro blog e sulla nostra pagina Facebook.
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För några dagar sedan skickade vi inbjudan till vår nästa föreställning, Cabiria.
Idéen av en teaterföreställning som starkt är kopplad till den italienska filmhistorien och dess filmmusik har väckt känslor och minnen i några av er.
Det är med stor glädje som vi publicerar dikten "La strada" (på italienska, inspirerad av Fellinis masterverk), skriven av Nerio Tebano som var konst- och filmkritiker.
Vi publicerar också två dokument (på italienska) om Nerio Tebano och hans jobb. Det första är en länk till en artikel som publicerades på nätet vid hans bortgång, år 2000 (därmed en kortfattad biografi). Det andra är förordet från Nerios diktsamling "Poesia del cinema" (som innehåller dikten "La strada").
Vi tackar Eva-Maria Ahlquist (Nerios brorsbarn) för materialet och tillåtelse att publicera det på vår blogg och vår Facebooks sida.
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LA STRADA
di Nerio Tebano
Che anima candida è Gelsomina!
È una sensitiva che sente
persino il respiro degli alberi,
imita pure il rumore del vento
muovendo le braccia come rami
e foglie.
Zampanò, il girovago che va
per contrade e paesi,
nei giorni di mercato,
l'ha comprata da una madre
snaturata. Egli dice ch'è matta,
quando scopre che parla
con se stessa.
Durante una saga di paese,
Gelsomina vede un trapezista
camminare sopra una corda
sospesa da casa a casa.
È come folgorata
da quella apparizione.
Pensa all'Arcangelo Gabriele,
a cui mancano soltanto le ali,
sceso sulla terra per salvarla
da Zampanò. Nel circo equestre
dove lavora, il giovane è conosciuto
come <<il matto>>.
Gelsomina e il matto diventano
amici. Lui le insegna a suonare
la tromba e il violino,
a ragionare su tutte le cose
che lei vede e tocca.
Ma il matto insulta sempre
Zampanò, fino a esasperarlo.
E una sera, Zampanò, ubriaco
più del solito, a furia di botte,
ammazza il matto e poi
lo nasconde dietro i cespugli.
D'allora, Gelsomina si ammala,
guaisce come un cane ferito.
Zampanò è costretto a lasciarla.
Gelsomina è uscita di senno,
vagabonda sola
come una barbona,
da un paese all'altro,
fin quando muore...
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Biografia Nerio Tebano
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